Marc Bolan – AngelHeaded Hipster: The Songs Of Marc Bolan and T.Rex

Marc Bolan

AngelHeaded Hipster:

The Songs Of Marc Bolan and T.Rex

Uno straordinario album tributo a uno dei grandi compositori del rock

La celebrazione di Hal Willner, la sua ultima produzione

PROGETTO E PRODUZIONE ESECUTIVA DI BILL CURBISHLEY E ETHAN SILVERMAN

In uscita il 4 Settembre 2020 su BMG

Esce oggi la traccia ‘Cosmic Dancer’ di Nick Cave: GUARDA/ASCOLTA

Featuring:

MARC ALMOND • DEVENDRA BANHART • BØRNS • NICK CAVE • HELGA DAVIS • ELYSIAN FIELDS • PERRY FARRELL • GAVIN FRIDAY • EMILY HAINES • JESSE HARRIS • JOAN JETT • DAVID JOHANSEN • KESHA • KING KHAN • SEAN LENNON & CHARLOTTE KEMP MUHL • NENA • MARIA McKEE • FATHER JOHN MISTY • JOHN CAMERON MITCHELL • GABY MORENO • BETH ORTON • PEACHES • TODD RUNDGREN • U2 feat. ELTON JOHN • LUCINDA WILLIAMS • VICTORIA WILLIAMS con JULIAN LENNON

 

BMG annuncia oggi l’uscita di uno straordinario album tributo a uno dei più grandi artisti britannici di tutti i tempi, Marc Bolan.

Marc è stato da sempre citato come una delle maggiori influenze da alcuni dei più grandi nomi della musica da David Bowie a Johnny Marr.

L’epoca d’oro di Bolan risale tra la fine degli anni Sessanta ed i Settanta, quando era l’artista più venduto dopo i Beatles, oltre ad essere star del cinema e la scintilla dietro la scena Glam Rock. Morì nel 1977 a soli 29 anni, dopo un incidente d’auto a Barnes, Londra, ma la sua reputazione negli anni è solo cresciuta.

Nell’anno in cui Marc sarà inserito nella Rock n Roll Hall Of Fame e a 50 anni dal primo singolo e album dei T.Rex, illustri fan si sono riuniti per rendergli omaggio e per sostenere il suo posto tra i grandi della musica.

Per “AngelHeaded Hipster”, grandi star tra cui Elton John, U2, Joan Jett, Nick Cave, Peaches e Marc Almond hanno reinterpretato e rivisitato alcuni dei suoi più grandi brani tra cui Jeepster, Bang A Gong (Get It On) e Ride A White Swan.

Marc Bolan è stato molte cose – un trovatore del folk pop, il metal guru del Glam Rock, una pop star che splendeva come poche altre, un brillante chitarrista, il 20th Century Boy, una icona di stile e un poeta.  Per qualcuno, la sua immagine abbagliante ha messo in ombra la sua eredità musicale, ma con “AngelHeaded Hipster”, oggi viene giustamente celebrato nel tempo come scrittore e compositore.

L’album è stato realizzato sotto la direzione di Hal Willner, un veterano con la fama di saper creare l’alchimia con i diversi artisti con cui ha collaborato, che purtroppo ci ha lasciato il 7 aprile colpito da COVID-19, una scomparsa che ha generato dietro di sé una serie infinita di affettuosi omaggi da parte di tutti coloro che hanno lavorato con lui e lo hanno conosciuto.

È stato il produttore degli sketch musicali del Saturday Night Live per diversi decenni e ha prodotto album per artisti come Marianne Faithfull, Lou Reed, Bill Frisell, Lucinda Williams, Allen Ginsberg, William S. Burroughs, tra gli altri.

Ha anche prodotto celebri album tributo a grandi compositori, riunendo talenti diversi che hanno dato vita ad incredibili interpretazioni della musica di Nina Rota, Thelonious Monk, Kurt Weill, Charles Mingus. Prima della sua morte, ha spiegato il motivo ha inserito Bolan in questo gruppo:

“Mi sono immerso in questo artista ascoltando tutto, parlando con gli esperti e i fan di Bolan, facendo ricerche su recensioni e interviste. Ho scoperto che di Bolan non si parla quasi mai come “compositore”. Si è detto di lui come fosse un grande rocker, di quanto fosse innovativo, di come David Bowie prendesse la sua essenza e Bolan fosse nella sua ombra… Ma io l’ho messo nello stesso pantheon degli altri compositori che ho esplorato in precedenza. Così, il concetto dell’album è diventato quello di mostrare il Bolan come compositore, con il nostro tipico cast di artisti provenienti da mondi diversi che raramente si vedono nello stesso posto.”

E i risultati sono sbalorditivi.  Esce oggi in anteprima Cosmic Dancer di Nick Cave, Cave che esplora il cuore di una canzone che racconta la nascita creativa di Bolan, mentre si interroga sul suo essere mortale, un artista che parla a un altro attraverso le generazioni. Cave dice di Hal:

È impossibile esagerare l’effetto devastante che la scomparsa di Hal avrà sul collettivo di persone che gli giravano intorno, artisti esoterici pronti a partecipare ai suoi schemi vagabondi e strampalati, che sono sempre stati una combinazione di genio, meraviglia e quasi caos.”

Dice Rachel Fox, supervising producer di AngelHeaded Hipster e collaboratrice di lunga data di Willner: “Hal ha avuto una visione unica della musica di Marc Bolan e lavorare a AngelHeaded Hipster gli ha dato grande gioia.  Parlando a nome di coloro che gli sono più vicini, posso dire che ci si spezzerà per sempre il cuore di fronte alla perdita prematura del nostro amato amico e insostituibile motore creativo. Hal, che si è riferito ad AngelHeaded Hipster come al suo ‘White Album’, era ansioso che tutti ascoltassero queste belle canzoni e cominciassero a pensare di nuovo a Bolan e ai T. Rex.  Questo album è una testimonianza dello spirito di Hal”.

Gli highlight dell’album si susseguono velocemente ogni qualvolta che ogni artista esplora il suo Marc preferito, sia i suoi  album incendiari da pop star come ‘Electric Warrior’ e ‘The Slider’, sia il repertorio con Steve Peregrin Took coi Tyrannosaurus Rex (la formazione che ha collegato il suo periodo folk acustico al risveglio elettrico dei T.Rex), o i sui suoi dischi successivi, arrivando persino a I Love To Boogie, la hit tratta dall’ultimo album del 1976 ‘Dandy In The Underworld’.

C’è la rielaborazione elettronica di Peaches di Solid Gold, Easy Action (registrata a Berlino), che in qualche modo mantiene ancora lo spirito rockabilly dell’originale. A New Orleans, gli U2 celebrano il loro idolo adolescenziale con una fedele Bang A Gong (Get It On), accompagnati al pianoforte da Elton John, quasi 50 anni dopo aver raggiunto Marc a Top Of The Pops nel 1971 e col contributo di Trombone Shorty.

Main Man di Father John Misty è un’impennata emotiva, un’interpretazione tenera e lussureggiante del brano stralunato e autoreferenziale dall’album ‘The Slider’.  E Kesha esorcizza i demoni su una appassionata e cupa Children Of The Revolution.

Willner ha lavorato su AngelHeaded Hipster per diversi anni, con session attraverso i continenti, da New York, Los Angeles e New Orleans a Londra, Parigi e Berlino. L’album presenta ospiti speciali come Donald Fagen, Mike Garson, Bill Frisell, Wayne Kramer, Van Dyke Parks e Marc Ribot, con arrangiamenti di Thomas Bartlett, Steven Bernstein, Eli Brueggemann, J.G. Thirlwell e Steve Weisberg. 

Ogni brano rivela un Marc diverso e offre un omaggio unico al musicista, scrittore, poeta e compositore poliedrico.

Il progetto è stato ideato e realizzato da Bill Curbishley e Ethan Silverman. Kate Hyman ha avuto il merito creativo di  chiedere ad Hal di produrlo.

AngelHeaded Hipster” compare in un verso della poesia “Howl” di Allen Ginsberg “angelheaded hipsters burning for the ancient heavenly connection to the starry dynamo in the machinery of night….”. Descrive l’imminente rivoluzione del rock n roll sulla scia di Elvis Presley, un’essenza che Marc ha abbracciato e condiviso.

Marc Bolan è morto troppo giovane, ma la sua musica continua a vivere, il suo posto nella Rock n Roll Hall Of Fame è certo e ‘AngelHeaded Hipster’ dimostra che la sua straordinaria eredità vive attraverso i musicisti che lo hanno seguito.

 

AngelHeaded Hipster: The Songs Of Marc Bolan and T.Rex
Tracklist:
 

  1. Children Of The Revolution – Kesha
  2. Cosmic Dancer – Nick Cave
  3. Jeepster – Joan Jett
  4. Scenescof – Devendra Banhart
  5. Life’s A Gas – Lucinda Williams
  6. Solid Gold, Easy Action – Peaches
  7. Dawn Storm – Børns
  8. Hippy Gumbo – Beth Orton
  9. I Love To Boogie – King Khan
  10. Beltane Walk – Gaby Moreno
  11. Bang A Gong (Get It On) – U2 feat. Elton John
  12. Diamond Meadows – John Cameron Mitchell
  13. Ballrooms Of Mars – Emily Haines
  14. Main Man – Father John Misty
  15. Rock On – Perry Farrell
  16. The Street and Babe Shadow – Elysian Fields
  17. The Leopards – Gavin Friday
  18. Metal Guru – Nena
  19. Teenage Dream – Marc Almond
  20. Organ Blues – Helga Davis
  21. Planet Queen – Todd Rundgren
  22. Great Horse – Jessie Harris
  23. Mambo Sun – Sean Lennon and Charlotte Kemp Muhl
  24. Pilgrim’s Tale – Victoria Williams with Julian Lennon
  25. Bang A Gong (Get It On) Reprise – David Johansen
  26. She Was Born To Be My Unicorn / Ride A White Swan – Maria McKee

 

“LOVE IS” è il nuovo album del leggendario chitarrista degli YES, STEVE HOWE

“LOVE IS” è il nuovo album del

leggendario chitarrista degli YES

STEVE HOWE

 

Il leggendario chitarrista degli YES, Steve Howe, annuncia l’uscita del nuovo album “Love Is”, fuori il 31 Luglio 2020 su BMG
“Love Is” è il primo album solista di Howe dopo lo strumentale “Time” del 2011 e contiene cinque tracce strumentali e cinque canzoni.
L’album sarà disponibile in formato CD (gatefold digi-sleeve con libretto di 12 pagine) e LP (vinile nero 180gr con gatefold sleeve, note di copertina e testi).

Link per i pre-ordini sullo store ufficiale di Steve Howe: https://SteveHowe.lnk.to/D2CPR
Link per i pre-ordini su Amazon: https://SteveHowe.lnk.to/LoveIsPR

Nel disco Steve Howe, oltre a cantare, suona chitarre elettriche, acustiche e steel, tastiere, percussioni e basso nei brani strumentali, mentre l’attuale vocalist degli YES, Jon Davison, contribuisce con armonie vocali e suona il basso nelle tracce non strumentali. Nel disco è presente anche Dylan Howe, figlio di Steve, alla batteria.
 

Dopo molti anni di lavoro, “Love Is” riunisce in un’esperienza d’ascolto forte e raffinata, sia il lato migliore dell’Howe compositore, che quello della sua ricerca del sound perfetto. Oggi “Love Is” può essere considerato come il suo miglior album solista. I brani strumentali mantengono in primo piano uno stile di chitarra rock principalmente progressive, con canzoni che esplorano storie di vite vissute e di vite appena iniziate. “Love Is A River” è il brano centrale più lungo, dove Howe dimostra la sua proverbiale tecnica con un tema suonato con chitarre acustiche e steel guitar.

Ho chiamato l’album ‘Love Is’ perché allude all’idea centrale che l’amore per le persone è importante, ma che anche quello per l’universo e per l’ecologia del mondo sia fondamentale“, dice Steve Howe. “Alexander Humboldt ha fatto il giro del mondo e ha riconosciuto che stiamo distruggendo il pianeta, ma è successo 200 anni fa! Stiamo ancora distruggendo il pianeta e spero che le mie canzoni mostrino il mio amore per la natura e come per me la bellezza, l’arte e la musica derivino da essa. C’è un filo invisibile che unisce l’amore, la bellezza, l’ecologia, la natura e le persone meravigliose.

‘Love Is A River’ è un brano molto importante per me, una sorta di emblema di questo album, con molti stati d’animo e spunti di interesse. Gli altri brani sono stati composti durante il periodo trascorso nel mio studio di registrazione.

‘See Me Through’ parla di come poter vedere la propria vita senza intestardirsi contro noi stessi, cercando di realizzare i tuoi desideri con l’aiuto di chi incontri lungo il tuo cammino. E’ virtualmente dedicata a mia nipote Zuni e nasce dalla mia visione di ciò che ha vissuto nei suoi sette anni.

Ho invitato Jon Davison a cantare con me e ad aggiungere delle parti di basso in alcune  canzoni. Visto che era lì per cantare ho pensato che potesse essere una buona idea farlo anche suonare il basso e alla fine è stato un successo. Canta con gli YES da sette o otto anni ed è un’ottima persona, un grande esecutore ed un ottimo interprete delle canzoni degli YES.

Canto da anni ed ho già cantato in molti dei miei album. Sento di aver preso pieno controllo dei miei mezzi e di come questi siano migliorati con l’avanzare dell’età“.
 

L’album include brani in cui lo stile di Steve Howe appare pienamente riconoscibile come i bellissimi strumentali “Fulcrum”, “Beyond The Call” e “Pause For Thought”, arrivando al brioso rock di “The Headlands” e alla jazzata “Sound Picture”.

“Gli strumentali per me sono come uno stato d’animo, un posto in cui sono andato e che ho apprezzato. Il seme dell’idea iniziale è stato sviluppato fino a diventare un brano finito. All’interno ci sono ingredienti chiave che mi attirano e mi piacciono, e che poi sviluppo nella canzone“.

“Love Is” è stato scritto, registrato e prodotto da Steve Howe con l’ulteriori registrazioni ed il missaggio a cura di Curtis Schwartz. ” Ho registrato il disco nel mio studio e poi sono andato a trovare Curtis nel suo“, spiega Howe. “Abbiamo aperto le tracce, la abbiamo messe su Pro Tools e tutto è cominciato a diventare possibile. A un certo punto, circa due anni fa circa, Dylan è sceso nello studio di Curtis e con lui abbiamo registrato la batteria su alcuni brani. Da quel momento ho potuto sentire l’equilibrio perfetto delle cinque tracce strumentali e delle cinque canzoni. Ho avuto la sensazione che si trattasse di un album, seduto lì, che mi guardava“.

 

La tracklist di “Love Is” di Steve Howe:

1 Fulcrum *
2 See Me Through
3 Beyond The Call *
4 Love Is A River
5 Sound Picture *
6 It Ain’t Easy
7 Pause For Thought *
8 Imagination
9 The Headlands *
10 On The Balcony
 

* strumentali

Formati:

CD Catalogue No. 538608592
Gatefold digi-sleeve con libretto di 12 pagine con note di copertina di Steve Howe e testi

LP – Catalogue Number – 538608601
Vinile nero 180gr con gatefold sleeve, note di copertina di Steve Howe e testi

Link per i pre-ordini sullo store ufficiale di Steve Howe: https://SteveHowe.lnk.to/D2CPR
Link per i pre-ordini su Amazon: https://SteveHowe.lnk.to/LoveIsPR

 

 

 

“Struggle” è il primo estratto dal debutto del progetto Dueventi in uscita a Giugno

“Struggle” è il primo estratto da “How”,

l’album di debutto del progetto Dueventi

in uscita a Giugno 2020

 

GUARDA IL VIDEO DI “STRUGGLE

ASCOLTA O SCARICA “STRUGGLE”

 

In questo album di debutto l’obiettivo dei quattro musicisti del progetto Dueventi è far convivere le loro diversità, e lo strumento scelto per far dialogare i loro differenti approcci alla creazione è proprio l’interrogativo che dà il titolo all’album in uscita a Giugno 2020: “How”, tradotto in italiano “Come”.
Da interpretarsi anche come affermazione, ‘il come’, il modo in cui si sceglie di compiere un’azione, un atto creativo, un viaggio. Se non si può definire lo stile del progetto, quello che ne costruisce l’identità in questo caso è il “How”, un linguaggio con cui far dialogare l’attitudine libera di strumenti acustici con gli schemi geometrici di un’elettronica tendente all’IDM. Se si vuole accostare “How” ad altri lavori bisogna fare nomi di estrazione diversa: Tigran HamasyanApparatBad bad not goodKamasi WashingtonPortisheadChristian ScottJames BlakeCinematic Orchestra potrebbero identificare alcune sfumature di questo album.

“Struggle” è uno dei brani che più rappresenta la ricerca di Dueventi. Dopo un’apertura colorata in cui il sax gioca tra consonanze e dissonanze in un inseguimento reciproco, tutto si fa improvvisamente scuro per fare da sfondo ad un testo fatto di piccole frasi tra lunghe pause, per dare il tempo di interiorizzare ogni concetto, centellinare le parole per intensificarne la potenza. Queste due fasi si alternano in una stesura drammaturgica basata sul contrasto tra il canto che orienta l’attenzione verso l’indispensabile e delle scariche acustiche sempre più cacofoniche, per chiudere in una catarsi di abbandono alla lentezza, alla pazienza.

Come altri brani di questo lavoro, “Struggle” vede la collaborazione del batterista Youssef Ait Bouazza, che qui alterna un’ossessività in stile drum-machine ad aperture che svelano la libertà delle mani.

 

BIO

Dueventi è un progetto di musica elettronica dalle sonorità abstract hip hop, IDM, modern jazz e art rock e allo stesso tempo d’improvvisazione istantanea. I quattro poli-strumentisti fondatori del progetto si alternano sugli strumenti varcando spesso i confini tra analogico e digitale, acustico ed elettrico. Il live della band è il fulcro della loro ricerca compositiva. Costruito per essere un’esperienza molto intensa, un vero e proprio evento catartico che scorre come un dj-set elettro/acustico di pura improvvisazione alternandosi a canzoni/brani , minimali ma di grande intensità emotiva. Nei loro live spesso si aggiungono musicisti con background diversi e artisti visivi. Dueventi sono:
Davide Fasulo: piano, synth, drum-machine, campionamenti, voce, strumenti vari
Fabio Arcifa: chitarra, synth, drum-pad, strumenti vari
Filippo Orefice: sax, clarinetto, flauto traverso, synth, percussioni
Meike Clarelli: voce, basso

 


 

Link utili:

www.facebook.com/dueventimusic

dueventi.live

 

 

Di ritorno dal tour “Build A Forest” in Russia, i Satoyama lavorano al docu-film che racconterà il loro viaggio

 I Satoyama di ritorno dal tour

“Build A Forest” in Russia, lungo

la ferrovia Transiberiana,

si apprestano a dare vita al docu-film

che racconterà il loro viaggio


Foto di Davide Menarello
 

I Satoyama insieme a Fabio Dipinto e Davide Menarello, nel marzo di quest’anno hanno intrapreso un tour antropologico-musicale che li ha portati a suonare lungo la ferrovia della Transiberiana da Mosca a Vladivostok.

Ad un anno esatto dall’uscita del loro ultimo lavoro discografico “Magic Forest”, edito da AUAND Records, i Satoyama insieme al regista e documentarista Fabio Dipinto (www.qqwedo.com), si apprestano ad iniziare la lavorazione del docu-film contenente il materiale girato durante il tour “Build A Forest”, realizzato grazie alla collaborazione con Fano Jazz Network e al bando SIAE “Per chi crea”.

Si tratterà di un lungometraggio che racconterà una storia di musica, viaggio ed amicizia nella quale si svilupperà anche il tema della pandemia Covid-19 esplosa in Europa durante il tour e della graduale percezione del profondo cambiamento che questa ha comportato.

La lavorazione prevederà alcuni mesi di produzione e post-produzione e, oltre al montaggio ad opera di Fabio Dipinto, vedrà l’integrazione del disegnatore e fumettista Corracomics (www.instagram.com/corracomics) che si occuperà di grafiche e animazioni per il lungometraggio.

I Satoyama stanno lavorando alla composizione di un repertorio di musiche originali appositamente composte per questo progetto.

 

www.satoyama.eu

www.facebook.com/satoyamaquartet/

“Memory Recall of a Replicant Dream” è il debutto degli Aspic Boulevard in uscita a Maggio 2020

“Memory Recall of a Replicant Dream”

è il debutto degli Aspic Boulevard,

il nuovo progetto dei fratelli Barrano

in uscita il 7 Maggio 2020 per

Blow Up Records

 

 

I due fratelli Barrano, siciliani di nascita, hanno deciso di intraprendere un viaggio spazio-temporale sotto il nome di Aspic Boulevard: è così che prende forma il loro album di debutto, “Memory Recall of a Replicant Dream”, in uscita sulla label inglese Blow Up Records il 7 Maggio 2020.

Il loro suono è caratterizzato dall’uso massiccio di strumentazione vintage: keyboards e drum machine analogiche, registratori a nastro, circuit bending e soprattutto ingegnosi dispositivi sonori costruiti in casa, fatti per esempio con scatole di legno, molle e microfoni a contatto. Altre volte i fratelli Barrano ottengono i loro strumenti a partire da oggetti del quotidiano, giocattoli o vecchie radio, un’operazione, fra l’altro, che richiama le prime sperimentazioni in ambito acusmatico di Pierre Schaeffer e dei musicisti della scena della Musique Concrète in Francia negli anni ‘40.

Questo progetto è quello che si potrebbe definire un collage sonoro al sapore di retro-Futurismo, fantascienza degli anni ’60 e ‘70, psichedelia e kosmische.

Non è la prima volta che il compositore Marco Barrano collabora con Blow Up Records, fa infatti parte del roster Blow Up dal 2013, anno in cui ha pubblicato “MHz Invasion” con la band Daiquiri Fantomas, album che ottenne il plauso della BBC 6 Music da parte di dj del calibro di Steve Lamacq e Radcliff and Maconie.

L’album è pubblicato da Blow Up Records (UK), edito da Blow Up Songs/A Buzz Supreme e distribuito da Goodfellas (IT).

MARCO BARRANO
Vocals, guitars, banjitar, bass, piano, synthesizers, electronic organs, keyboards, theremin, circuit bending, homemade devices.

ALESSANDRO BARRANO
Drums, street drums, tammorra, cajon, darbuka, djambe, bongos, rainstick, windchimes, homemade devices.
 

 

BLOW UP 

Blow Up Records è un’etichetta discografica con sede a Londra, fondata dal DJ, promoter di club ed eventi, A&R /produttore musicale e musicista occasionale britannico Paul Tunkin. Lo scorso anno ha festeggiato i 25 anni con un concerto al 100 Club di Oxford St., a Londra.
L’etichetta fa parte del gruppo Blow Up, con la casa editrice Blow Up Songs (rappresentata in Italia da A Buzz Supreme) e la leggendaria serata omonima al Metro Club in Oxford Streetdi a Londra, fondata nel 1993.
Blow Up Records è specializzata nello scoprire nuova musica alternative, focalizzandosi su quella che strizza l’occhio ai sapori più eclettici Dancefloor anni ’60 (boogaloo/funk/psych), New wave, Indie, Artrock e Musica Elettronica. Ha pubblicato dischi di artisti come Big Boss ManBaltic FleetThe BongolianThe Weekenders, tra gli altri, e la serie di compilation di successo “Exclusive Blend”.

Paul Tunkin è un DJ britannico, promoter di club ed eventi, A&R /produttore musicale e musicista occasionale. È il fondatore della “Blow Up”, una leggendaria serata al Metro Club di Londra, un’etichetta discografica (Blow Up Records) e una casa editrice musicale (Blow Up Songs). Blow Up festeggia attualmente il suo 26° anno di attività. Tra il 2001 e il 2009 Paul è stato anche il direttore artistico e co-proprietario del celebrato Metro Club in Oxford Street, a Londra.

 

Link utili

https://www.facebook.com/aspicboulevard/

https://www.blowup.co.uk/

 

I francesi KLONE presentano il nuovo video di “Silver Gate”


I KLONE PRESENTANO IL NUOVO VIDEO
DI “SILVER GATE”, ESTRATTO
DALL’ULTIMO ALBUM “LE GRAND VOYAGE”

 

Gli eterei rocker francesi Klone presentano il nuovo video della traccia “Silver Gate” estratta da “Le Grand Voyage”, il loro ultimo album del 2019 

GUARDA IL VIDEO DI “SILVER GATE”

 

Il chitarrista dei Klone, Guillaume Bernard, spiega come la canzone si incastri perfettamente nell’album: “Silver Gate è il brano più suggestivo del nostro album Le Grand Voyage. Il testo della canzone si concentra sul lato ciclico delle cose, come morte e rinascita, su come un ciclo finisce e ne inizia un altro. Ogni strumento racconta una parte della storia e insieme formano un tutt’uno, in un’atmosfera sospesa e onirica.

Possiamo dire che Silver Gate è strettamente legata a Yonder, quasi come se i brani si specchiassero; mentre Yonder apre l’album, Silver Gate lo chiude ed entrambe queste canzoni hanno atmosfere e temi simili.

Per il videoclip abbiamo chiamato nuovamente Julien Philips, che ha diretto il clip di Breach. Lavoriamo sempre a stretto contatto con Julien in modo che l’estetica e la storia si adattino perfettamente alla musica.

Le Grand Voyage, uscito nel 2019 e prima release per Kscope, è il frutto di un’ambizione sonora molto audace, intrecciando le chitarre oscure e le atmosfere elettroniche in un capolavoro moderno che suona straordinariamente nuovo che per molti versi sembra una versione contemporanea di “Dark Side Of The Moon” dei Pink Floyd.

Non solo questo album ha ricevuto grandi elogi dai media, di cui qui sotto potete leggere una piccola selezione, ma l’artwork di copertina, creato da Francesco Dell’Orto, è stato premiato al 1° posto come miglior design agli Art Vinyl Awards del 2019.

 

Sleek, impassioned and thoroughly modern Prog Magazine

Dreamlike, hovering, moving: a great and beautiful journey Rock Hard Magazine (FR)

Great melodies, a calm/storm alternation with controlled aggressiveness and almost post-Rock atmospheres” 4/5 Le Parisien Newspaper

“..excellent and ambitious band”  Classix (IT)

Dark and brooding, but equally uplifting and cinematic – 9.5/10- Guitar Noodle

A hypnotic album, filled with emotions .. Sublime! – 5/6 – Metallian (FR)

“…embracing and impressive” Rockerilla (IT)

An album of all beauty 5/5 – Culturaddict (FR)

a fantastic album – Aardschok (NL)

Sorry TOOL but this is the real candidate for the album of the year 9/9 – Musicheadquarter.de

Absolutely recommended – Break Out (DE)

an intensity that is breathtaking and exhilarating at the same time – an amazing band – EMP (DE)
 

Le Grand Voyage tracklist:

1 Yonder [07:32] GUARDA IL VIDEO
2 Breach [03:50] GUARDA IL VIDEO
3 Sealed [04:46]
4 Indelible [04:53]
5 Keystone [04:57]
6 Hidden Passenger [05:21]   GUARDA IL VIDEO
7 The Great Oblivion [04:43]
8 Sad and Slow [04:33]
9 Silver Gate [06:14]

Le Grand Voyage è stato realizzato in formato CD, LP e su tutte le piattaforme digitali, ordinabile anche QUI .

Come supporto all’uscita di Le Grand Voyage la band ha affrontato un lungo tour. Ha iniziato col botto suonando nelle ultime edizioni dell’Hellfest (guarda il live di “Yonder” QUI ) e dell’Into The Grave Festival, seguite da un ampio numero di show come headliner nella loro terra nativa Francia. Avevano iniziato molto bene anche il 2020 come special guest del tour europeo dei Leprous prima dell’emergenza sanitaria; la band spera di tornare in tour il prima possibile, i fan possono rimanere aggiornati attraverso i social media ufficiali.
 

I Klone sono:
LIVE:
Yann Ligner: Vocals
Guillaume Bernard: Guitar
Aldrick Guadagnino: Guitar
Martin Weill: Drums
Enzo Alfano: Bass

IN STUDIO:
Yann Ligner: Vocals
Guillaume Bernard: Guitar
Aldrick Guadagnino: Guitar
Morgan Berthet: Drums
Jean Etienne Maillard: Bass
Matthieu Metzger: Sax / Samples

 

Facebook e Instagram @kloneband

Twitter @KloneOfficial