Release.
CHIARA WHITE

CHIARA WHITE

 

 Promo video.

 Info.

“Biancoinascoltato” è il disco d’esordio della cantautrice fiorentina Chiara White.
Chiara, giovane fiorentina dalla vita dinamica, frenetica e talvolta avventurosa, è musicista e scienziata: “di giorno” Chiara Cavallina, geologa e ricercatrice; “di notte” Chiara White (dal cognome della madre, di origine inglese), cantautrice e artista a tutto tondo, da sempre alla ricerca di progetti artistici a cui dare vita.

Spesso in viaggio per il mondo, è proprio di questa (doppia) vita che si nutre la sua scrittura.
Biancoinascoltato è una parola, anzi due, legate indissolubilmente, grazie a un’intuizione respirata nell’aria di Praga, forse bisbigliate all’orecchio dallo stesso Genius Loci della città. É la purezza, l’essenza, la bellezza, il “silenzioso manto che vorrei bianco” (Praga), che l’artista scorge dietro il velo dell’apparenza e tenta di portare alla luce, dargli forma, e farne dono a chiunque lo voglia ricevere.
La scrittura di Chiara White è quasi sempre spontanea, di getto, ispirata dall’alto o scavata nell’intimo… che poi in fondo è la stessa cosa. Attraverso testi poetici ed evocativi, melodie intense e una costante ricerca vocale, Chiara riscrive il suo vissuto, per andare oltre e portare con sé chiunque voglia seguirla nel suo viaggio.

Ed il viaggio è appunto uno dei temi centrali dell’album, uno dei fili con cui Penny tesse la sua tela. Ci sono viaggi orizzontali, nello spazio (Praga, Sönghellir), ma anche viaggi verticali, nell’intimo e nei ricordi (Quando rivedrai il mare, Chiedimi ancora). A fare da cornice: Itaca, in apertura, in cui il viaggio è fuga da se stessi e dalle proprie radici (“non hai solo strade da camminare […] e ricordi da macinare col sale, hai anche mani da toccare, foglie da raccontare…”) e Nostos, a chiusura del cerchio, in cui il viaggio diventa ritorno, arricchimento e condivisione (“e tessere una vita con sei corde, portarmi le mie strade sempre addosso, racchiudere momenti anche se non vissuti ancora per dedicarli a te”). E dalla condivisione, il passo è breve, nasce anche l’amore. L’amore maturo, solido, vero, che può nascere solo tra due persone che non dipendono l’una dall’altra… purché si finga il contrario (Sönghellir “mentirò per te se ti senti per me indispensabile”, Nostos “se l’acqua non dovesse cancellare le mie parole forse ti direi anche ti amo”), contrapposto all’amore adolescenziale, platonico, idealizzato, di Accarezzando la tua anima, inevitabilmente destinato all’oblio, al “non mi ricordo di te” più volte ripetuto nell’ironica Canzone Allegra.

Musicalmente coi piedi ancorati alla canzone italiana, quella d’autore, d’altri tempi, lo sguardo è libero di spaziare dal cantautorato rock alternativo italiano alla musica folk, rock e pop internazionale. La scrittura si distacca spesso da schemi classici, allontanandosi dalla struttura tipica della canzone e ricercando, con arrangiamenti raffinati e mai lasciati al caso, sonorità moderne ed evocative.
Il disco, autoprodotto, è stato registrato nella primavera del 2017 da Guido Melis (Diaframma, Underfloor, Finister) che ha curato assieme a Chiara anche gli arrangiamenti dei brani. Nel disco, oltre a Chiara (voce e chitarra acustica), suonano Alessandro Alajmo alla chitarra elettrica e Giulia Nuti alla viola (già insieme anche negli Underfloor), coi quali Chiara si esibisce dal vivo in trio già dal 2013. A completare l’organico: Guido Melis, al basso, Tommaso Giuliani (Handshake, Marasma), alla batteria e Simone Milli (Time Escape, Rick Hutton, Enrico Ruggeri) al piano e alle tastiere. Ma numerosi gli ospiti sia italiani che internazionali: in “Canzone Allegra” la Fabrizio Berti Jug Band, Kenny White (Tom Jones, Peter Wolf) al pianoforte e Francesco Vella (Shame Blues Band, Leonardo Martera, Lele Fontana) al contrabbasso; Petru Gabriel Horvath (scuola di musica di Fiesole, Quartocolore, Andrea Chimenti) al violoncello in “Itaca” e al contrabbasso in “Sönghellir”; Marco Monelli (che ha curato anche le illustrazioni in copertina e nel booklet), al piano in “Sönghellir”.

 

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