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SACROBOSCO

SACROBOSCO

 

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Both Sides Of The Sky è l’album di debutto di Sacrobosco, moniker con il quale Giacomo Giunchedi firma dal 2019 brani di musica elettronica. Il disco esce per Sussidiaria, label di Daniele Carretti (Felpa/Offlaga Disco Pax), ed è preceduto dagli ep Dam e Neon Sunshine/Avalanche, pubblicati nel 2020 per la bolognese Switch Music Recordings.

E’ stato registrato, mixato e prodotto da Giacomo Giunchedi in collaborazione con Justin Bennett e masterizzato da Matilde Davoli presso Sudestudio.

La tracklist è costituita da 6 brani d’impronta IDM realizzati nel corso di 8 mesi di home recording, dai quali emerge un sound ibrido che incrocia al suo interno strumentazione analogica, samples di produzione propria, campioni prelevati da YouTube e patterns composti su Abletone Live.

Già dall’omonimo brano d’apertura, “Both Sides Of The Sky”, si tendono le fila dell’atmosfera che domina il disco: una palpitante sonorità dalle tinte scure retta da una linea ritmica minimale. La traccia contiene parti vocali cantate dallo stesso autore che recitano ritagli di un testo sul quale è stato effettuato un lavoro di cut up.

Il brano a seguire è “See How It Flows”, costruito prevalentemente su linee di basso ricavate da un synth analogico, samples vocali autoprodotti e una struttura ritmica composta con una drum machine Roland. Il brano ricalca sonorità black, da sempre ricca fonte d’ispirazione per Sacrobosco. Le successive “Nightingale” e “Seraphim” sono creazioni fluide e distese, orientate verso un’espressività melodica più accesa. La prima prende come riferimento il “nightingale” (usignolo), animale simbolo di musicalità inarrestabile, presente sia di notte che di giorno, immagine di rinascita e incanto. La seconda è legato all’idea di protezione, alla difesa delle relazioni e dell’amore in ogni sua forma. Entrambe le tracce preservano uno stretto legame con la sezione ritmica e creano un’inscindibile fusione con la loro parte melodica, fino all’ottenimento di un elemento unico, scorrendo attraverso progressive tensioni e culminando nella sublimazione dei suoni.

And I Love Hell” “Prayer” contrappongono ai due brani precedenti un clima crepuscolare e notturno. La prima delle due si articola con un crescendo già ritmicamente dinamico sin dal primo minuto per poi collassare su un finale ambient; “Prayer” è costruita attorno ad un sample di musica tradizionale indiana ed è puntellata di rintocchi di drum machine ispirati a sonorità afrobeat che danno luogo ad un sound spettrale e meticcio.

 

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