L’acclamato album di George Harrison “Living in the Material World”

L’ACCLAMATO ALBUM DI 

GEORGE HARRISON

“LIVING IN THE MATERIAL WORLD”

VIENE CELEBRATO CON UNA SUITE

DI NUOVE EDIZIONI PER IL SUO

50° ANNIVERSARIO

L’ALBUM ORIGINALE E’ STATO REMIXATO
DA PAUL HICKS E PRODOTTO DA
DHANI E OLIVIA HARRISON

LA SUPER DELUXE EDITION CONTIENE
2CD, 2LP, BLU-RAY IN DOLBY ATMOS E
12 BRANI INEDITI, LIBRETTO DI 60 PAGINE CON
ESTESE NOTE DI COPERTINA, FOTOGRAFIE E
ARTWORK DALL’ARCHIVIO HARRISON,
OLTRE A UN SINGOLO 7” CON LA
REGISTRAZIONE INEDITA DI
“SUNSHINE LIFE FOR ME (SAIL AWAY RAYMOND)”
CON RINGO STARR E ROBBIE ROBERTSON,
LEVON HELM, GARTH HUDSON E
RICK DANKO DI THE BAND

In occasione del lancio di oggi è uscito l’inedito remixato
“GIVE ME LOVE (GIVE ME PEACE ON EARTH) (TAKE 18)”,
disponibile ora per lo streaming e il download

“LIVING IN THE MATERIAL WORLD”
50TH ANNIVERSARY EDITION
SARA’ DISPONIBILE DAL 15 NOVEMBRE 2024
PER DARK HORSE RECORDS / BMG

Preordina l’edizione del 50° anniversario
di “Living in the Material World” QUI

Guarda/Condividi il trailer dell’album QUI

Ascolta/Guarda/Condividi
“GIVE ME LOVE (GIVE ME PEACE ON EARTH) (TAKE 18)” QUI

 

Living in the Material World, il celebre secondo album solista di George Harrison dopo lo scioglimento dei Beatles nel 1970, ha recentemente compiuto 50 anni. Con testi che sottolineano il suo profondo interesse per temi spirituali, l’album è stato accolto calorosamente dal pubblico. Appena cinque settimane dopo l’uscita, nel maggio 1973, sia l’LP che il suo singolo “Give Me Love (Give Me Peace On Earth)” occupavano contemporaneamente i primi posti delle classifiche statunitensi degli album e dei singoli. Alla sua uscita, Rolling Stone lo descrisse come un “classico del pop”, un’opera che “si erge da sola come una dichiarazione di fede, miracolosa nella sua radiosità”.

L’album confermò il successo del precedente All Things Must Pass, il triplo LP in cima alle classifiche statunitensi all’inizio del 1971. Più tardi, nello stesso anno, George organizzò due storici concerti rock di beneficenza al Madison Square Garden di New York, con l’obiettivo di sensibilizzare e raccogliere fondi per i rifugiati del Bangladesh. L’album dal vivo Concert for Bangladesh, un altro triplo LP, divenne un trionfo commerciale e un bestseller globale, aggiudicandosi il prestigioso GRAMMY®Award come “Album dell’anno”.

Seguito con amore da Dhani e Olivia Harrison, Living in the Material World è stato oggi completamente remixato dai nastri originali prendendo la forma di una straordinaria suite di uscite per il suo 50° anniversario. Remixato da Paul Hicks, vincitore di tre GRAMMY® Award (Beatles, Rolling Stones, John Lennon), questo nuovo mix conferisce un miglioramento sonoro all’album con un sound più luminoso, ricco e dinamico che mai.

L’elenco completo delle tracce è riportato di seguito e il preordine è disponibile QUI

Il primo assaggio della raccolta si presenta sotto forma di una versione acustica di “Give Me Love (Give Me Peace On Earth) (Take 18)”, disponibile ora.
 

Ascolta “Give Me Love (Give Me Peace On Earth)” (Take 18)” in versione acustica QUI

Guarda il video di “Give Me Love (Give Me Peace On Earth)” (Take 18)”  QUI

 

Disponibile dal 15 novembre per Dark Horse Records/BMG, Living in the Material World 50th Anniversary Edition sarà disponibile in diversi formati fisici e digitali, tra cui una edizione Box Set Super Deluxe:

EDIZIONE SUPER DELUXE
Limitato a 5.000 copie in tutto il mondo, il cofanetto Super Deluxe Edition contiene l’album in formato 2LP (180g) e 2CD, con il disco originale con il nuovo remix e un disco bonus con versioni inedite di ogni canzone dell’album principale. Inoltre, il cofanetto include un Blu-Ray con tutte le tracce dell’album e i brani inediti in Dolby Atmos, e un esclusivo singolo 7” con la registrazione inedita di ‘Sunshine Life For Me (Sail Away Raymond)’, con la partecipazione di Ringo Starr e Robbie Robertson, Levon Helm, Garth Hudson e Rick Danko di The Band.
All’interno della custodia rigida, il cofanetto contiene uno stupendo libro di 60 pagine curato da Olivia Harrison e Rachel Cooper, con immagini inedite e cimeli dell’epoca, testi scritti a mano e appunti di studio. È incluso anche un libretto di 12 pagine di Recording Notes, che attinge alle note di produzione originali di Living in the Material World, alle fotografie e ai nastri delle session a bobina conservati nell’archivio di George Harrison. Per la prima volta dall’archivio di Harrison viene offerto un resoconto approfondito e cronologico della creazione dell’album, rivelando intuizioni che non sono mai state condivise con il pubblico prima d’ora.

Oltre al formato super deluxe, l’album sarà disponibile anche in 2LP e 2CD Deluxe Edition, entrambi con i nuovi mix dell’album originale e le versioni alternative di ogni brano. La versione 2LP Deluxe Edition uscirà custodia apribile con un libretto di 12 pagine, mentre la versione 2CD Deluxe Edition sarà contenuta in una Clamshell Box con due tasche stampate, un libretto di 20 pagine e un poster. L’album principale uscirà anche singolarmente in versione 1CD, 1LP. L’edizione limitata 1LP sarà disponibile col vinile in vari colori presso lo shop online ufficiale di George Harrison (Purple Color Vinyl).

Olivia Harrison commenta così l’uscita del disco:
Spero che riascoltiate Living in the Material World o che lo scopriate per la prima volta e che, mentre lo ascoltate, condividiate l’augurio di George per se stesso e per l’umanità…
Give me Love
Give me Peace on Earth.”

Dhani Harrison aggiunge: “Finalmente siamo felicissimi di presentarvi la confezione per il 50° anniversario di Living in the Material World di George Harrison. Per coloro che stanno scoprendolo adesso, questo album è stato pubblicato in omaggio e con profondo amore per tutti i nostri fratelli e sorelle nel mondo che popolano questo sistema bilaterale in cui viviamo, chiamato Terra. La pace sia su tutti gli esseri viventi”.

—-

Living in the Material World è stato realizzato durante una delle fasi più notevoli della carriera musicale di Harrison e mostra brillantemente chi fosse il suo creatore, di quanto unico fosse il suo talento e di come la sua ricerca di certezze e verità, al di là del quotidiano, lo ponesse in anticipo sui tempi. 

La genesi dell’album è avvenuta presso gli Apple Studios alla fine del 1972, gli studi dove quasi quattro anni prima i Beatles avevano concluso il progetto poi noto come Let It Be. L’atmosfera prevalente di queste session si può percepire nella musica, che si manifesta fluida e sensibile, con un’adorabile attenzione ai dettagli e nei temi che caratterizzano l’album. George non solo ha cantato, ma ha contribuito a quasi tutte le parti di chitarra. È stato affiancato da un gruppo affiatato di virtuosi, tra cui il batterista Jim Keltner, i tastieristi Nicky Hopkins e Gary Wright, il bassista Klaus Voormann e il sassofonista/flautista Jim Horn.

Per capire davvero Living in the Material World, bisogna tornare indietro al 1971 e a quei dodici mesi cruciali per George che sarebbero stati poi esplorati nelle sue canzoni. In quell’estate, Harrison era già impegnato nella sua risposta alla crescente tragedia umanitaria del Bangladesh. Dopo ripetuti spostamenti tra Los Angeles e New York e infinite telefonate e riunioni, presentò due concerti al Madison Square Garden di New York. I concerti hanno affiancato le esibizioni di Ravi Shankar e di tre musicisti di supporto con set guidati da George che vedevano la partecipazione, tra gli altri, di Ringo Starr, Eric Clapton, Leon Russell e Bob Dylan.

 “Fu un periodo molto emozionante per me”, disse in seguito George, ”perché molte persone avevano contribuito al successo della mia iniziativa, rendendomi molto ottimista su certe questioni. Allo stesso tempo, mi sentivo leggermente arrabbiato perché, diciamocelo, l’intero problema di come risolvere [la crisi del Bangladesh] dipende dai governi e dai leader mondiali, che però scelgono di investire in armi e altri strumenti che distruggono l’umanità”. 

I suoi sentimenti affiorano inevitabilmente nelle sue canzoni. Alla fine del 1971, mentre era di nuovo a New York, registrò diversi demo al Plaza Hotel. Tra questi, una prima versione di “Who Can See It” e la prima registrazione conosciuta di “Give Me Love (Give Me Peace On Earth)”, che conteneva una richiesta molto eloquente: “Help me cope with this heavy load”.

Quando finalmente iniziarono le session di registrazione, a queste composizioni si aggiunse una serie di altri brani nuovi. “Don’t Let Me Wait Too Long”, animata da un duetto di batteria tra Keltner e Starr, è uno dei brani di musica pop più gioiosi che George abbia mai registrato. “The Light Has Lighted The World” e ‘The Day The World Gets Round’, invece, erano canzoni profondamente emotive e penetranti che andavano al cuore del significato più profondo dell’album. 
 
Il remix dell’LP originale conferisce una nuova definizione a queste registrazioni già di per sé complete e intime, mentre il materiale aggiuntivo evidenzia ulteriormente tutto quel periodo creativamente fertile che George ha vissuto. Grazie al nuovo remix, Living in the Material World risulta più che mai attuale anche nel 2024. Nel rumore dei social media, il senso di chi anela all’illuminazione in un mondo di confusione risuona forte e vero. Così come le canzoni che mettono in evidenza le macchinazioni e le distrazioni dei governi e della politica. Inoltre, in un’epoca in cui la meditazione, lo yoga e la cosiddetta mindfulness non sono mai stati così popolari, i punti fondamentali sollevati dalle canzoni si allineano alla ricerca quotidiana di ciò che vale. Tutti noi affrontiamo le sfide del mondo materiale nel corso della nostra vita e, nel suo modo interrogativo e inquieto, questo album offre la prospettiva di trovare una via d’uscita. 
 
Le cose per cui la maggior parte delle persone lottano sono la fama o la fortuna o la ricchezza o la posizione. Queste sono le principali ambizioni e desideri nella vita: essere ricchi o famosi o avere una buona reputazione. Ma in realtà niente di tutto ciò è importante perché alla fine, la morte porterà via tutto”, così ha spiegato George.  Ma ha anche voluto correggere un malinteso comune: “Io non mi escludo, scrivo molte cose per poter ricordare”.

Ascoltando l’album nella sua nuova veste, questi contenuti sono innegabili. Living in the Material World Inizia con una preghiera e finisce con una semplice dichiarazione sul potere dell’amore. Le sue canzoni sono un autoritratto consumato di un artista giovane e saggio oltre i suoi anni, che dà un senso alla sua vita e al mondo. Non c’è molta musica che suoni così struggente, intima e spirituale, anche se potremmo ridurre queste qualità a qualcosa di molto più semplice: fedele alle intenzioni del suo creatore, questo è un album pieno di cuore e di anima.

THE MATERIAL WORLD FOUNDATION
In seguito al Concert for Bangladesh, George creò la Material World Foundation nel 1973 per sponsorizzare diverse forme di espressione artistica e per incoraggiare l’esplorazione di visioni e filosofie di vita alternative, oltre a sostenere organizzazioni caritatevoli con un occhio di riguardo per le persone con esigenze speciali. George ha donato tutte le royalties dell’album, in perpetuo, alla Fondazione. 

La Material World Foundation continua a trasformare vite in tutto il mondo.

Per ulteriori informazioni, visitare il sito https://www.materialworldfoundation.com

GEORGE HARRISON
“LIVING IN THE MATERIAL WORLD”
(DARK HORSE RECORDS/BMG)
DATA DI USCITA: 15 NOVEMBRE 2024

SUPER DELUXE TRACKLIST:

LP1/CD Disc 1
1. Give Me Love (Give Me Peace on Earth) (2024 Mix)
2. Sue Me, Sue You Blues (2024 Mix)
3. The Light That Has Lighted the World (2024 Mix)
4. Don’t Let Me Wait Too Long (2024 Mix)
5. Who Can See It (2024 Mix)
6. Living in the Material World (2024 Mix)
7. The Lord Loves the One (That Loves the Lord) (2024 Mix)
8. Be Here Now (2024 Mix)
9. Try Some Buy Some (2024 Mix)
10. The Day the World Gets ‘Round (2024 Mix)
11. That Is All (2024 Mix)
LP2/CD Disc 2
1. Give Me Love (Give Me Peace on Earth) (Take 18; Acoustic Version)
2. Sue Me, Sue You Blues (Take 5)
3. The Light That Has Lighted the World (Take 13)
4. Don’t Let Me Wait Too Long (Take 49; Acoustic Version)
5. Who Can See It (Take 93)
6. Living in the Material World (Take 31)
7. The Lord Loves the One (That Loves the Lord) (Take 3)
8. Be Here Now (Take 8)
9. Try Some Buy Some (Alternative Version)
10. The Day the World Gets ‘Round (Take 22; Acoustic Version)
11. That Is All (Take 24)
12. Miss O’Dell (2024 Mix)
13. Sunshine Life For Me (Sail Away Raymond) *CD Only
7″ Single
1. Sunshine Life For Me (Sail Away Raymond)
2. Sunshine Life For Me (Sail Away Raymond) [Instrumental]
Blu-Ray
1. Give Me Love (Give Me Peace on Earth) (2024 Mix)
2. Sue Me, Sue You Blues (2024 Mix)
3. The Light That Has Lighted the World (2024 Mix)
4. Don’t Let Me Wait Too Long (2024 Mix)
5. Who Can See It (2024 Mix)
6. Living in the Material World (2024 Mix)
7. The Lord Loves the One (That Loves the Lord) (2024 Mix)
8. Be Here Now (2024 Mix)
9. Try Some Buy Some (2024 Mix)
10. The Day the World Gets ‘Round (2024 Mix)
11. That Is All (2024 Mix)
12. Give Me Love (Give Me Peace on Earth) (Take 18; Acoustic Version)
13. Sue Me, Sue You Blues (Take 5)
14. The Light That Has Lighted the World (Take 13)
15. Don’t Let Me Wait Too Long (Take 49; Acoustic Version)
16. Who Can See It (Take 93)
17. Living in the Material World (Take 31)
18. The Lord Loves the One (That Loves the Lord) (Take 3)
19. Be Here Now (Take 8)
20. Try Some Buy Some (Alternative Version)
21. The Day the World Gets ‘Round (Take 22; Acoustic Version)
22. That Is All (Take 24)
23. Miss O’Dell (2024 Mix)
24. Sunshine Life For Me (Sail Away Raymond)


www.georgeharrison.com
www.materialworldfoundation.com
www.darkhorserecords.com

 

 

 

The Pineapple Thief annunciano l’uscita per Kscope del nuovo EP “Last to Run”

THE PINEAPPLE THIEF

ANNUNCIANO L’USCITA

PER KSCOPE DEL NUOVO EP

“LAST TO RUN” 

PREVISTA PER L’8 NOVEMBRE 2024

UNA RACCOLTA DI BRANI INEDITI
ESTRATTI DALLE SESSION DI
“IT LEADS TO THIS”
ALBUM ROCK NUMERO UNO IN
GRAN BRETAGNA

IN USCITA IN FORMATO
VINILE VERDE, CD E DIGITALE

CONTIENE OLTRE 20
MINUTI DI MUSICA INEDITA

Dopo il successo di It Leads To This del 2024, album che ha raggiunto il numero 1 della Official UK Rock and Metal Chart, The Pineapple Thief tornano con il loro nuovo straordinario EP e seconda uscita del 2024, Last to Run. Con oltre 20 minuti di musica inedita, questa edizione limitata getta una nuova luce sul percorso creativo che ha portato la band in vetta alle classifiche.

The results rock with dynamic, dramatic vigour
CLASSIC ROCK

Scritte durante le stesse session che hanno dato vita a It Leads To This, le canzoni di Last to Run rivelano una narrazione potente e coesa, mostrando la miscela unica di rock progressivo e lirismo introspettivo della band. Il cantante e autore Bruce Soord riflette sulle origini dell’EP: 
Abbiamo dovuto prendere alcune decisioni difficili quando abbiamo deciso la tracklist finale di It Leads To This. Le canzoni di questo EP sono basate su brani e idee da quelle session, ma da allora si sono evolute ben oltre ciò che avremmo immaginato all’epoca. Siamo molto soddisfatti del risultato, che sembra davvero catturare stati d’animo e suoni diversi”.


 

PREORDINA THE PINEAPPLE THIEF “LAST TO RUN”
IN FORMATO VINILE VERDE, CD E DIGITALE

 

The band struck a vein of gold in songwriting, sound and structure
SONIC PERSPECTIVES

Last to Run arriva giusto in tempo per l’attesissimo tour nordamericano di The Pineapple Thief, che prenderà il via il 14 novembre. Il supporto è affidato all’ospite speciale Randy McStine

10.11 CHILE – CL.ROCK, Estadio Santa Laura
14.11 Atlanta, GA – Terminal West
16.11 Clearwater, FL – Capitol Theatre
17.11 Orlando, FL – The Plaza Live
19.11 Charlotte, NC – The Underground
21.11 Washington, DC – Union Stage
22.11 Philadelphia, PA – World Cafe Live
23.11 New York City, NY – Gramercy Theatre
24.11 Boston, MA – Somerville Theater
26.11 Quebec City, QC – Palais Montcalm
27.11 Montreal, QC – Beanfield Theatre
29.11 Toronto, ON – The Opera House
30.11 Pittsburgh, PA – Jergel’s – NEW
1.12 Chicago, IL – House of Blues – Chicago
3.12 Dallas, TX – Granada Theater
5.12 Mexico City, MEX – Auditorio Blackberry
7.12 Los Angeles, CA – Teragram Ballroom
8.12 Santa Cruz, CA – The Catalyst
9.12 San Francisco, CA – The Independent
11.2 Seattle, WA – Neptune Theatre

ACQUISTA I BIGLIETTI QUI

 

Photo by Tina Korhonen (www.tina-k.com)

 

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Esce oggi l’opera definitiva dell’artista bolognese Jimmy Villotti

Esce oggi l’opera definitiva

dell’artista bolognese

Jimmy Villotti 

Ascolta/Acquista QUI

 

Tra una settimana a Bologna

la posa della Stella

in suo ricordo

Illustrazione di copertina di Giulio Giordano

 

Esce oggi grazie a Rea Edizioni Musicali Universal Music Italia “Jimmy Villotti”, la prima vera opera definitiva dello straordinario artista bolognese Jimmy Villotti, co-prodotta da Rita Allevato e Mauro Malavasi. Una gemma preziosa per gli amanti della musica d’autore tra canzoni, rarità, inediti che raccontano 50 anni di ineguagliabile creatività.

Parole, musica, neologismi e incagli, avanguardia, ironia e riflessività critica di un artista grande, grandissimo, alto.
Un linguaggio, ancora inesplorato, destinato a tracciare un solco indelebile nella storia della musica italiana.
La collezione, restaurata e rimasterizzata da Mauro Malavasi, offre uno scorcio di infinito poetico unico, originale, luminosissimo.
A nove mesi dall’addio al mondo, Jimmy Villotti consegna alla vita e alla storia, un lavoro maestoso (2LP/2CD), ispiratore, esplorativo, aderente alle pieghe fallibili dell’animo umano contemporaneo.

Così Paolo Conte ricorda Jimmy Villotti, contenuto nel book che accompagna il progetto: “Ascoltando questi suoi lavori, mi sono chiesto quando – e in quale stato d’animo – Jimmy avesse scoperto la poesia ermetica e, in generale, il linguaggio ermetico. Perché in questo ermetismo non convulso si doveva trovare benissimo a suo perfetto agio. Jimmy, così amicone con tutti, brillante, spiritoso e comunicativo, quando parlava (e scriveva) a se stesso usava questo linguaggio che a molti potrebbe sembrare strano e non facilmente decifrabile. Ma se ci occupiamo di lui in quanto musicista possiamo – forse – capire meglio. Un giorno Lilli Greco, il grande, storico produttore dell’RCA mi disse: ‘’Sai, Paolo, per Jimmy la chitarra non ha segreti’’. Questa mancanza di segreti, che gli aveva permesso di suonare su ogni tipo di chitarra, lo aveva portato a scegliere la sua preferita (credo una Gibson del ’50). A chi attribuiva un suono disadorno e incolore (se non un ruggine sbiadito) lui diceva ‘’Villotti suona sporco’’, con un misto di consapevolezza e orgoglio. Una chitarra, allora, ermetica, adatta ai percorsi ermetici, dove la tinta di fondo è proprio un ruggine sbiadito. Mi ricordo bene quel suono, come mi ricorderò sempre di lui“,

“Jimmy Villotti” è ora disponibile in formato doppio CD, doppio vinile colorato in tiratura limitata e digitale.

Ascolta/Acquista QUI

 

Dopo la Turrita d’Argento, l’onorificenza conferita alla memoria di Jimmy Villotti  e consegnata alla moglie Natascia Mazza dal sindaco di Bologna Matteo Lepore, un’altra importante manifestazione renderà omaggio a Jimmy.
All’interno della programmazione de La Strada del Jazz, il festival bolognese promosso dal Comune di Bologna e dal Quadrilatero, sabato 14 settembre alle ore 17.00 in via Orefici, alla presenza del Sindaco e di tanti artisti amici come Paolo Jannacci, Red Ronnie, Luca Carboni, Giorgio Comaschi, Fio Zanotti e Mauro Malavasi, ci terrà la posa delle Stelle dedicata a Jimmy Villotti e Amedeo Tommasi.

Tra i tanti festival italiani, la Strada del Jazz, ha una caratteristica unica, la posa delle stelle di marmo sulla centralissima Via Orefici/Caprarie dedicate ai grandi interpreti che hanno suonato negli anni d’oro del Bologna Jazz Festival di Alberto Alberti, quando Bologna era considerata la capitale morale del jazz in Italia. Per molto tempo via Orefici/Caprarie è stata il crocevia del jazz internazionale a Bologna per la presenza al civico 3 del Disclub di Alberto Alberti in cui si potevano ascoltare i primi dischi di importazione. 

L’idea della Strada del Jazz è quella di legare gli artisti memorabili venuti a Bologna in quegli anni ai luoghi memorabili che hanno frequentato. Questa strada è diventata dal 2011 l’Hollywood Boulevard del Jazz a Bologna, ricordando i divi che l’hanno attraversata, collocando ogni anno sul marciapiede una stella di marmo. Si è cominciato nel 2011 con Chet Baker, proseguendo nel 2012 con Miles Davis e Lucio Dalla, nel 2013 Ella Fitzgerald e Henghel Gualdi. Nel 2014 Duke Ellington Thelonious Monk. Nel 2015 Sarah Vaughan Dizzy Gillespie. Nel 2016 Dexter Gordon e Cedar Walton. Nel 2017 Max Roach. Nel 2018 Charles Mingus; 2019 Gerry Mulligan. Nel 2020 Gato Barbieri, nel 2021 Benny Goodman e nel 2023 Bill Evans. Nel 2024 è la volta di Jimmy Villotti e Amedeo Tommasi.

Jimmy Villotti
“Jimmy Villotti”


Ascolta/Acquista QUI

Tracklist

CD1

1. DRIN DRIN
2. ORAZIO
3. LA CREMA
4. AMARE (feat. Lucio Dalla)
5. INVENTO SPLENDORI D’AUTUNNO
6. IL MONDO NON È
7. UCCELLINO
8. BAMBÙ
9. IL VUOTO DELL’ESTATE
10. TESTA DURA
11. ACQUA FRESCA
12. NESSUN DUBBIO

CD2

1. ONDAZU (inedito)
2. CRASH
3. TITTI
4. LA GIUNGLA
5. SORRIDERE SI PUÒ
6. SKYWALKER
7. IL KID (inedito)
8. SORELLA
9. SOLE
10. GIOVANI SOLDATI (inedito)
11. FUTURSHOW (inedito)
12. BE SHUFFLE BOOGIE

 

BIO

Jimmy Villotti nasce a Budrio, provincia di Bologna, il 14 febbraio 1944. In tenera età, si trasferisce a Bologna, dove i suoni della vita quotidiana si fondono ancora con quelli della natura, creando un’atmosfera unica che lo accompagnerà per tutta la vita, influenzando profondamente la sua formazione artistica.

Fin da giovane, Villotti sviluppa un profondo interesse per la musica, iniziando a studiare pianoforte e chitarra. La sua passione per questi strumenti si manifesta con uno stile distintivo e personale. I primi riconoscimenti avvengono nel 1963, quando si unisce ai Meteors, un gruppo rock bolognese noto per aver accompagnato Gianni Morandi in una tournée di successo. Villotti, attivo anche nella scena beat romagnola, suona con Claudio Golinelli, Gilberto Rossi e Silver Soprani nel gruppo forlivese I Baci.

Negli anni Settanta, Villotti fonda, insieme a Fio Zanotti, il gruppo rock progressivo Jimmy M.E.C. Con il brano “Il Messia”, a pari merito con i Delirium, la band vince il concorso di Teleradio Montecarlo, aggiudicandosi un contratto per la Fonit Cetra. Jimmy è capo orchestra, non ha alcun interesse a cimentarsi con la musica di consumo e quella opportunità, che per molti sarebbe stata colta come un sogno ad occhi aperti, per i Jimmy M.E.C. (Benedetto Palella alla batteria, Kamsin Urzino al basso, Fio all’Hammond e Alan King al sax) si trasforma in una pura, importante ed imperdibile occasione: dare voce alla libera ed originale urgenza espressiva di una generazione [*].
Sovente il suo spirito audace, emancipato, dal vivo, nel corso dei concerti, in risposta a richieste commerciali, lo porta ad eseguire composizioni insolite, complesse, particolari, frutto dei suoi ascolti formativi (Hancock, Zappa), generando protesta o disattesa da parte di quei gestori generalisti. Finalmente a “L’ALTRO MONDO” di Rimini, luogo di musica e concerti, frequentato dai più significativi musicisti nazionali e internazionali, comincia una nuova era.

Collabora con artisti di successo come Augusto Martelli, Andrea Mingardi e Lucio Dalla, di cui diventa amico fidato e scudiero leale. Le loro improvvisazioni in duo, chitarra e clarinetto, sui palcoscenici o per la strada -nell’agosto del 1989 sono al Ferrara Buskers Festival- restano
esecuzioni estemporanee di fulvida meraviglia, scorribande spontanee di travolgenti spaccati di arte.
Nel 1978, compone l’opera rock “Giulio Cesare”, eseguita dalla big band del Conservatorio di Bologna.
La sua carriera da chitarrista si consolida ulteriormente negli anni Ottanta, tramite collaborazioni significative con Francesco Guccini, Claudio Lolli, Sergio Endrigo e Ornella Vanoni. Nel 1980, produce “Pesissimo!” degli Skiantos e l’anno successivo “Marginal Tango” di Flaco Biondini.

Scrive e dirige gli archi per il disco d’esordio di Luca Carboni, nel 1994.
Suona per Gianni Morandi e per gli Stadio, incidendo l’intro di chitarra classica nel celebre brano “Grande figlio di puttana”.
Tra il 1981 e il 1991, Villotti è soprattutto il chitarrista di fiducia di Paolo Conte, il quale gli dedica la canzone “Jimmy ballando” nel fortunato album “Aguaplano” (1987). Questo brano diviene un successo internazionale, con una pubblicazione in due volumi in Germania, il secondo dei quali intitolato “Jimmy ballando” (1989).
Nel 1990, lavora in studio alle registrazioni di “All’una e trentacinque circa”, debutto discografico di Vinicio Capossela. Parte per quelle session con un solo strumento, Alex, una chitarra elettrica, la sua preferita, costruita da Stanzani e Tomassone [celeberrima coppia bolognese di liutai] per un grande negozio di New York. Legni lavoratori in Italia, una solid body dal suono piuttosto aggressivo.

Con il progredire della sua carriera, Villotti esplora sempre più la propria espressione artistica, si arrampica sugli alberi mangiando banane, sperimenta, scrive musiche, canzoni e romanzi. La sua prima prova discografica sulla lunga distanza è “Jimtonic” (1988), lavoro di composizione seminale, in parte autobiografica. Seguono altre sette pubblicazioni soliste, l’ultima delle quali “Optional? musica Soul Jazz in trio” è del 2004.
Grande appassionato del genere, Villotti continua ad approfondire il jazz, sua grande inclinazione, orientandolo verso l’avanguardia e la ricerca. Nel 1997, scrive per Gianni Morandi “Io sono un treno”, tracciando un chiaroscuro sulla vita in viaggio, nomade e migratrice dei musicisti.
Amante del gioco del calcio, del cinema e di James Dean, animato da una innata ironia, nella sua Porsche 356, un pallone non può mancare.

Villotti si distingue anche come prolifico autore di narrativa, con otto volumi all’attivo.
Racconta di Bologna e della sua scena musicale attraverso opere mirabili come “Gli sbudellati tra la via Emilia e il jazz” (1994), “Il Decalogo del mio viver bene” (1999), “Oringhen – Frammenti di notti bolognesi” (2001) e “La Penultima Donna” (2003). Nel 2019, pubblica “Onyricana”, un libro che esplora il mondo dei sogni e dell’inconscio, con una copertina disegnata da Paolo Conte e un’introduzione di Francesco Guccini.
Per oltre vent’anni, Villotti è direttore artistico di “Selva in Jazz”, un festival dedicato al jazz e allo swing a Selva Malvezzi (BO). Nel 2021, completa “Bologna la Beautiful”, un recital monumentale dedicato alla sua città e alle sue trasformazioni culturali.

Jimmy Villotti si spegne il 6 dicembre 2023 nella sua casa a Bologna. La sua carriera artistica, caratterizzata da una continua ricerca e sperimentazione, lascia un’impronta indelebile nel panorama musicale e culturale italiano, aprendo una finestra nuova sullo scenario della musica d’autore.
Il 6 Settembre 2024, a nove mesi dall’addio al mondo, Jimmy consegna alla vita e alla storia, un lavoro maestoso (Doppio Album), dal titolo eponimo, ispiratore, esplorativo, aderente alle pieghe fallibili dell’animo umano contemporaneo.
Una gemma preziosa per gli amanti della musica d’autore. Tra canzoni, rarità ed inediti, un racconto filologico che passa al vaglio 50 anni di ineguagliabile creatività. Parole, musica, neologismi e incagli, avanguardia, ironia e riflessività critica di un Artista Grande, Grandissimo, Alto.
Un linguaggio, ancora inesplorato, destinato a tracciare un solco indelebile nella storia della musica italiana.
La collezione -restaurata e rimasterizzata da Mauro Malavasi- offre uno scorcio di infinito poetico unico, originale, luminosissimo.

 

www.jimmyvillotti.it/

www.facebook.com/jimmyvillotti

www.instagram.com/jimmyvillotti

www.x.com/jimmyvillotti

www.concerto.net/

 

 

 

I Porcupine Tree annunciano una nuova edizione deluxe hardback book

Porcupine Tree

annunciano una nuova edizione

deluxe hardback book

del loro iconico album del 2007

“Fear Of A Blank Planet

In uscita per la londinese
Transmission il 25 ottobre 2024

L’etichetta londinese Transmission annuncia una nuova edizione dell’album Fear Of A Blank Planet dei Porcupine Tree, nominato ai Grammy nel 2007. Con un libro cartonato di 112 pagine, cinque CD e un disco Blu-ray, la nuova edizione include le rimasterizzazioni di Fear Of A Blank Planet e del mini album Nil Recurring, circa 55 minuti di demo inediti, una prima performance dal vivo di una versione dell’album ancora in fase di lavorazione, nonché registrazioni di session instore e della BBC, la raccolta più completa dell’album e delle registrazioni relative fino ad oggi.

Il set è composto da:

Libro cartonato di 112 pagine: Il fulcro di questa raccolta è un libro di 112 pagine, con approfondimenti sul processo di creazione dell’album da parte di Stephen Humphries con interviste, insieme a rare immagini dei fotografi Lasse Hoile e Carl Glover.

Disco 1 (CD): 2024 remaster di Fear Of A Blank Planet.

Disco 2 (CD): 2024 remaster di Nil Recurring EP.

Disco 3 (CD): Circa 55 minuti di demo inediti della band e di Steven Wilson, che offrono una rara visione del processo creativo dell’album, compresi 2 brani non inclusi nella versione finale.

Disco 4 (CD): Registrazione dal vivo di una versione work-in-progress dell’album realizzata al The Garage di Saarbrucken (Germania) il 23 settembre 2006, mentre la band stava ancora perfezionando e sviluppando il disco.  È stata mixata per la prima volta dai nastri multitraccia per questa edizione.

Disco 5 (CD): Una session radiofonica della BBC di 5 brani (Maida Vale Studios, 13 aprile 2007) più un’esibizione acustica/unplugged di 8 brani in un negozio di Park Avenue, Orlando/USA (4 ottobre 2007).

Disco 6 (Blu-ray): Include i mix stereo e surround 5.1 rimasterizzati di Fear Of A Blank Planet e Nil Recurring, oltre a un nuovo documentario 2024 – “The Making of Fear Of A Blank Planet”. Contiene anche 3 video musicali, 3 canzoni eseguite dal vivo al Palladium di Colonia (4 dicembre 2007) e 2 filmati dal vivo (“Sleep Together” e “Anesthetize”).
 

GUARDA IL TRAILER DI “FEAR OF A BLANK PLANET” 2024

”.una fusione aggressivamente moderna dell’art rock da arena dei Rush, del classicismo prog britannico – in particolare Pink Floyd e King Crimson – e della vendetta post-grunge dei Tool
Rolling Stone

Pubblicato originariamente nel 2007, Fear Of A Blank Planet è il nono album in studio dei Porcupine Tree e sia la band che i fan lo considerano una vetta nel loro catalogo. È stato il loro album più venduto all’epoca, il primo della band a entrare nella Billboard Top 100 negli Stati Uniti e a raggiungere una posizione significativa nelle classifiche europee, guadagnandosi anche una nomination ai Grammy. L’album include le collaborazioni con Robert Fripp (King Crimson) e con il chitarrista dei Rush, Alex Lifeson, ed è stato inserito dalla rivista Rolling Stone tra i Greatest Prog Albums Of All Time, oltre a essere nominato Album dell’anno da Classic Rock nel 2007.

Concept album ispirato al romanzo di Bret Easton EllisLunar Park, i testi di Fear Of A Blank Planet affrontano il tema di come il protagonista adolescente combatta la sua noia terminale e i suoi disturbi da deficit di attenzione con farmaci, TV, giochi al computer, violenza insensata, sesso vuoto e autolesionismo.

Foto di Carl Glover

Dopo l’uscita di Fear Of A Blank Planet nel 2007, i Porcupine Tree hanno consolidato la loro reputazione di band tra le più celebri del rock con l’uscita di The Incident nel 2009, che ha raccolto il plauso della critica e ha fatto guadagnare alla band un’altra nomination ai Grammy. Dopo una pausa significativa, mentre i membri si dedicavano ad altri progetti, l’attesissimo ritorno del 2022 con Closure/Continuation ha dimostrato l’incrollabile impegno della band a spingersi oltre i confini del proprio sound.
 

FEAR OF A BLANK PLANET – DELUXE
TRACKLIST 

DISCO 1
1. Fear Of A Blank Planet (2024 Remaster) [07:28]
2. My Ashes (2024 Remaster) [05:09]
3. Anesthetize (2024 Remaster) [17:52]
4. Sentimental (2024 Remaster) [05:26]
5. Way Out Of Here (2024 Remaster) [07:37]
6. Sleep Together (2024 Remaster) [07:28]

DISCO 2
1. Nil Recurring (2024 Remaster) [06:15]
2. Normal (2024 Remaster) [07:08]
3. Cheating The Polygraph (2024 Remaster) [07:10]
4. What Happens Now? (2024 Remaster) [08:24]
5. Fear Of A Blank Planet (Tour Live intro) [02:02]

DISCO 3
1. Fear Of A Blank Planet (Demo) [07:01]
2. My Ashes (Demo) [05:09]
3. Anesthetize (Demo) [16:49]
4. Sentimental (Demo) [05:03]
5. Cheating The Polygraph (Demo) [07:07]
6. Sleep Together (Demo) [07:26]
7. Always Recurring (Demo) [03:49]
8. Hey Sleeper (Demo) [03:36]

DISCO 4
1. Fear Of A Blank Planet (Live at Garage, Saarbrucken, 23 September 2006) [09:05]
2. My Ashes (Live at Garage, Saarbrucken, 23 September 2006) [05:44]
3. Anesthetize (Live at Garage, Saarbrucken, 23 September 2006) [17:12]
4. Sentimental (Live at Garage, Saarbrucken, 23 September 2006) [05:07]
5. Cheating The Polygraph (Live at Garage, Saarbrucken, 23 September 2006) [06:58]
6. Sleep Together (Live at Garage, Saarbrucken, 23 September 2006) [08:11]

DISCO 5
1. Blackest Eyes (BBC Session, Maida Vale, 13 April 2007) [04:27]
2. Fear Of A Blank Planet (BBC Session, Maida Vale, 13 April 2007) [07:29]
3. Sleep Together (BBC Session, Maida Vale, 13 April 2007) [07:20]
4. The Pills I’m Taking (BBC Session, Maida Vale, 13 April 2007) [05:58]
5. Halo (BBC Session, Maida Vale, 13 April 2007) [05:42]
6. The Sky Moves Sideways (Live in-store performance, Park Avenue, Orlando, 4 October 2007) [04:02]
7. Even Less (Live in-store performance, Park Avenue, Orlando, 4 October 2007) [03:27]
8. Stars Die (Live in-store performance, Park Avenue, Orlando, 4 October 2007) [04:34]
9. Waiting (Live in-store performance, Park Avenue, Orlando, 4 October 2007) [03:52]
10. Normal (Live in-store performance, Park Avenue, Orlando, 4 October 2007) [04:52]
11. Drown With Me (Live in-store performance, Park Avenue, Orlando, 4 October 2007) [04:09]
12. Lazarus (Live in-store performance, Park Avenue, Orlando, 4 October 2007) [04:06]
13. Trains (Live in-store performance, Park Avenue, Orlando, 4 October 2007) [04:28]

DISCO 6
1. Fear Of A Blank Planet (5.1) [07:28]
2. My Ashes (5.1) [05:09]
3. Anesthetize (5.1) [17:52]
4. Sentimental (5.1) [05:26]
5. Way Out Of Here (5.1) [07:37]
6. Sleep Together (5.1) [07:28]
7. Nil Recurring (5.1) [06:15]
8. Normal (5.1) [07:08]
9. Cheating The Polygraph (5.1) [07:10]
10. What Happens Now? (5.1) [08:24]
11. Fear Of A Blank Planet (Video) [04:19]
12. Way Out Of Here (Video) [04:17]
13. Normal (Video) [03:52]
14. Sleep Together (Live Visual Film) [07:32]
15. Anesthetize (Live Visual Film) [17:14]
16. Fear Of A Blank Planet (Video – Live at Palladium, Koln, 4 December 2007) [08:37]
17. Anesthetize (Video – Live at Palladium, Koln, 4 December 2007) [17:14]
18. Sleep Together (Video – Live at Palladium, Koln, 4 December 2007) [08:03]
19. The Making Of Fear Of A Blank Planet (Documentary Film) [48:23]

 

La nuova edizione di Fear Of A Blank Planet uscirà perTransmission il 25 ottobre 2024.
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