Esce oggi l’opera definitiva
dell’artista bolognese
Jimmy Villotti
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Tra una settimana a Bologna
la posa della Stella
in suo ricordo
Illustrazione di copertina di Giulio Giordano
Esce oggi grazie a Rea Edizioni Musicali e Universal Music Italia “Jimmy Villotti”, la prima vera opera definitiva dello straordinario artista bolognese Jimmy Villotti, co-prodotta da Rita Allevato e Mauro Malavasi. Una gemma preziosa per gli amanti della musica d’autore tra canzoni, rarità, inediti che raccontano 50 anni di ineguagliabile creatività.
Parole, musica, neologismi e incagli, avanguardia, ironia e riflessività critica di un artista grande, grandissimo, alto.
Un linguaggio, ancora inesplorato, destinato a tracciare un solco indelebile nella storia della musica italiana.
La collezione, restaurata e rimasterizzata da Mauro Malavasi, offre uno scorcio di infinito poetico unico, originale, luminosissimo.
A nove mesi dall’addio al mondo, Jimmy Villotti consegna alla vita e alla storia, un lavoro maestoso (2LP/2CD), ispiratore, esplorativo, aderente alle pieghe fallibili dell’animo umano contemporaneo.
Così Paolo Conte ricorda Jimmy Villotti, contenuto nel book che accompagna il progetto: “Ascoltando questi suoi lavori, mi sono chiesto quando – e in quale stato d’animo – Jimmy avesse scoperto la poesia ermetica e, in generale, il linguaggio ermetico. Perché in questo ermetismo non convulso si doveva trovare benissimo a suo perfetto agio. Jimmy, così amicone con tutti, brillante, spiritoso e comunicativo, quando parlava (e scriveva) a se stesso usava questo linguaggio che a molti potrebbe sembrare strano e non facilmente decifrabile. Ma se ci occupiamo di lui in quanto musicista possiamo – forse – capire meglio. Un giorno Lilli Greco, il grande, storico produttore dell’RCA mi disse: ‘’Sai, Paolo, per Jimmy la chitarra non ha segreti’’. Questa mancanza di segreti, che gli aveva permesso di suonare su ogni tipo di chitarra, lo aveva portato a scegliere la sua preferita (credo una Gibson del ’50). A chi attribuiva un suono disadorno e incolore (se non un ruggine sbiadito) lui diceva ‘’Villotti suona sporco’’, con un misto di consapevolezza e orgoglio. Una chitarra, allora, ermetica, adatta ai percorsi ermetici, dove la tinta di fondo è proprio un ruggine sbiadito. Mi ricordo bene quel suono, come mi ricorderò sempre di lui“,
“Jimmy Villotti” è ora disponibile in formato doppio CD, doppio vinile colorato in tiratura limitata e digitale.
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Dopo la Turrita d’Argento, l’onorificenza conferita alla memoria di Jimmy Villotti e consegnata alla moglie Natascia Mazza dal sindaco di Bologna Matteo Lepore, un’altra importante manifestazione renderà omaggio a Jimmy.
All’interno della programmazione de La Strada del Jazz, il festival bolognese promosso dal Comune di Bologna e dal Quadrilatero, sabato 14 settembre alle ore 17.00 in via Orefici, alla presenza del Sindaco e di tanti artisti amici come Paolo Jannacci, Red Ronnie, Luca Carboni, Giorgio Comaschi, Fio Zanotti e Mauro Malavasi, ci terrà la posa delle Stelle dedicata a Jimmy Villotti e Amedeo Tommasi.
Tra i tanti festival italiani, la Strada del Jazz, ha una caratteristica unica, la posa delle stelle di marmo sulla centralissima Via Orefici/Caprarie dedicate ai grandi interpreti che hanno suonato negli anni d’oro del Bologna Jazz Festival di Alberto Alberti, quando Bologna era considerata la capitale morale del jazz in Italia. Per molto tempo via Orefici/Caprarie è stata il crocevia del jazz internazionale a Bologna per la presenza al civico 3 del Disclub di Alberto Alberti in cui si potevano ascoltare i primi dischi di importazione.
L’idea della Strada del Jazz è quella di legare gli artisti memorabili venuti a Bologna in quegli anni ai luoghi memorabili che hanno frequentato. Questa strada è diventata dal 2011 l’Hollywood Boulevard del Jazz a Bologna, ricordando i divi che l’hanno attraversata, collocando ogni anno sul marciapiede una stella di marmo. Si è cominciato nel 2011 con Chet Baker, proseguendo nel 2012 con Miles Davis e Lucio Dalla, nel 2013 Ella Fitzgerald e Henghel Gualdi. Nel 2014 Duke Ellington e Thelonious Monk. Nel 2015 Sarah Vaughan e Dizzy Gillespie. Nel 2016 Dexter Gordon e Cedar Walton. Nel 2017 Max Roach. Nel 2018 Charles Mingus; 2019 Gerry Mulligan. Nel 2020 Gato Barbieri, nel 2021 Benny Goodman e nel 2023 Bill Evans. Nel 2024 è la volta di Jimmy Villotti e Amedeo Tommasi.
Jimmy Villotti
“Jimmy Villotti”
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Tracklist
CD1
1. DRIN DRIN
2. ORAZIO
3. LA CREMA
4. AMARE (feat. Lucio Dalla)
5. INVENTO SPLENDORI D’AUTUNNO
6. IL MONDO NON È
7. UCCELLINO
8. BAMBÙ
9. IL VUOTO DELL’ESTATE
10. TESTA DURA
11. ACQUA FRESCA
12. NESSUN DUBBIO
CD2
1. ONDAZU (inedito)
2. CRASH
3. TITTI
4. LA GIUNGLA
5. SORRIDERE SI PUÒ
6. SKYWALKER
7. IL KID (inedito)
8. SORELLA
9. SOLE
10. GIOVANI SOLDATI (inedito)
11. FUTURSHOW (inedito)
12. BE SHUFFLE BOOGIE
BIO
Jimmy Villotti nasce a Budrio, provincia di Bologna, il 14 febbraio 1944. In tenera età, si trasferisce a Bologna, dove i suoni della vita quotidiana si fondono ancora con quelli della natura, creando un’atmosfera unica che lo accompagnerà per tutta la vita, influenzando profondamente la sua formazione artistica.
Fin da giovane, Villotti sviluppa un profondo interesse per la musica, iniziando a studiare pianoforte e chitarra. La sua passione per questi strumenti si manifesta con uno stile distintivo e personale. I primi riconoscimenti avvengono nel 1963, quando si unisce ai Meteors, un gruppo rock bolognese noto per aver accompagnato Gianni Morandi in una tournée di successo. Villotti, attivo anche nella scena beat romagnola, suona con Claudio Golinelli, Gilberto Rossi e Silver Soprani nel gruppo forlivese I Baci.
Negli anni Settanta, Villotti fonda, insieme a Fio Zanotti, il gruppo rock progressivo Jimmy M.E.C. Con il brano “Il Messia”, a pari merito con i Delirium, la band vince il concorso di Teleradio Montecarlo, aggiudicandosi un contratto per la Fonit Cetra. Jimmy è capo orchestra, non ha alcun interesse a cimentarsi con la musica di consumo e quella opportunità, che per molti sarebbe stata colta come un sogno ad occhi aperti, per i Jimmy M.E.C. (Benedetto Palella alla batteria, Kamsin Urzino al basso, Fio all’Hammond e Alan King al sax) si trasforma in una pura, importante ed imperdibile occasione: dare voce alla libera ed originale urgenza espressiva di una generazione [*].
Sovente il suo spirito audace, emancipato, dal vivo, nel corso dei concerti, in risposta a richieste commerciali, lo porta ad eseguire composizioni insolite, complesse, particolari, frutto dei suoi ascolti formativi (Hancock, Zappa), generando protesta o disattesa da parte di quei gestori generalisti. Finalmente a “L’ALTRO MONDO” di Rimini, luogo di musica e concerti, frequentato dai più significativi musicisti nazionali e internazionali, comincia una nuova era.
Collabora con artisti di successo come Augusto Martelli, Andrea Mingardi e Lucio Dalla, di cui diventa amico fidato e scudiero leale. Le loro improvvisazioni in duo, chitarra e clarinetto, sui palcoscenici o per la strada -nell’agosto del 1989 sono al Ferrara Buskers Festival- restano
esecuzioni estemporanee di fulvida meraviglia, scorribande spontanee di travolgenti spaccati di arte.
Nel 1978, compone l’opera rock “Giulio Cesare”, eseguita dalla big band del Conservatorio di Bologna.
La sua carriera da chitarrista si consolida ulteriormente negli anni Ottanta, tramite collaborazioni significative con Francesco Guccini, Claudio Lolli, Sergio Endrigo e Ornella Vanoni. Nel 1980, produce “Pesissimo!” degli Skiantos e l’anno successivo “Marginal Tango” di Flaco Biondini.
Scrive e dirige gli archi per il disco d’esordio di Luca Carboni, nel 1994.
Suona per Gianni Morandi e per gli Stadio, incidendo l’intro di chitarra classica nel celebre brano “Grande figlio di puttana”.
Tra il 1981 e il 1991, Villotti è soprattutto il chitarrista di fiducia di Paolo Conte, il quale gli dedica la canzone “Jimmy ballando” nel fortunato album “Aguaplano” (1987). Questo brano diviene un successo internazionale, con una pubblicazione in due volumi in Germania, il secondo dei quali intitolato “Jimmy ballando” (1989).
Nel 1990, lavora in studio alle registrazioni di “All’una e trentacinque circa”, debutto discografico di Vinicio Capossela. Parte per quelle session con un solo strumento, Alex, una chitarra elettrica, la sua preferita, costruita da Stanzani e Tomassone [celeberrima coppia bolognese di liutai] per un grande negozio di New York. Legni lavoratori in Italia, una solid body dal suono piuttosto aggressivo.
Con il progredire della sua carriera, Villotti esplora sempre più la propria espressione artistica, si arrampica sugli alberi mangiando banane, sperimenta, scrive musiche, canzoni e romanzi. La sua prima prova discografica sulla lunga distanza è “Jimtonic” (1988), lavoro di composizione seminale, in parte autobiografica. Seguono altre sette pubblicazioni soliste, l’ultima delle quali “Optional? musica Soul Jazz in trio” è del 2004.
Grande appassionato del genere, Villotti continua ad approfondire il jazz, sua grande inclinazione, orientandolo verso l’avanguardia e la ricerca. Nel 1997, scrive per Gianni Morandi “Io sono un treno”, tracciando un chiaroscuro sulla vita in viaggio, nomade e migratrice dei musicisti.
Amante del gioco del calcio, del cinema e di James Dean, animato da una innata ironia, nella sua Porsche 356, un pallone non può mancare.
Villotti si distingue anche come prolifico autore di narrativa, con otto volumi all’attivo.
Racconta di Bologna e della sua scena musicale attraverso opere mirabili come “Gli sbudellati tra la via Emilia e il jazz” (1994), “Il Decalogo del mio viver bene” (1999), “Oringhen – Frammenti di notti bolognesi” (2001) e “La Penultima Donna” (2003). Nel 2019, pubblica “Onyricana”, un libro che esplora il mondo dei sogni e dell’inconscio, con una copertina disegnata da Paolo Conte e un’introduzione di Francesco Guccini.
Per oltre vent’anni, Villotti è direttore artistico di “Selva in Jazz”, un festival dedicato al jazz e allo swing a Selva Malvezzi (BO). Nel 2021, completa “Bologna la Beautiful”, un recital monumentale dedicato alla sua città e alle sue trasformazioni culturali.
Jimmy Villotti si spegne il 6 dicembre 2023 nella sua casa a Bologna. La sua carriera artistica, caratterizzata da una continua ricerca e sperimentazione, lascia un’impronta indelebile nel panorama musicale e culturale italiano, aprendo una finestra nuova sullo scenario della musica d’autore.
Il 6 Settembre 2024, a nove mesi dall’addio al mondo, Jimmy consegna alla vita e alla storia, un lavoro maestoso (Doppio Album), dal titolo eponimo, ispiratore, esplorativo, aderente alle pieghe fallibili dell’animo umano contemporaneo.
Una gemma preziosa per gli amanti della musica d’autore. Tra canzoni, rarità ed inediti, un racconto filologico che passa al vaglio 50 anni di ineguagliabile creatività. Parole, musica, neologismi e incagli, avanguardia, ironia e riflessività critica di un Artista Grande, Grandissimo, Alto.
Un linguaggio, ancora inesplorato, destinato a tracciare un solco indelebile nella storia della musica italiana.
La collezione -restaurata e rimasterizzata da Mauro Malavasi- offre uno scorcio di infinito poetico unico, originale, luminosissimo.
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