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EMANUELE COGGIOLA

EMANUELE COGGIOLA

 

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Dopo la pioggia, si può sopravvivere all’amore? Alla separazione, a una storia che finisce?

Dall’incredulità della perdita si apre una ferita che non guarisce. Cambia forma, s’imputridisce. Oggi è un delirio di rabbia e rimpianto, domani una cancrena di dolore affranto. E non c’è cura, né via di fuga. Qualche illusione, miraggi capovolti.

Un deserto da battere palmo a palmo, perché solo conoscendolo si lascia attraversare. Fino a offrire un orizzonte nuovo, un’oasi da dove è possibile voltarsi indietro e “ridere”. Nella consapevolezza, pagata lacrime sonanti, che l’inferno è a un passo dall’eden.

Sono tappe di questo percorso i 14 pezzi che compongono Dopo la Pioggia, il nuovo lavoro di Emanuele Coggiola. Scritto in collaborazione con l’amico Francesco Milo, autore ed editor per Giunti, è un esperimento di auto-fiction nato dalla condivisione di esperienze vissute in parallelo nel corso di anni deraglianti. Un filo narrativo, un unico flusso emotivo attraversa tutte le tracce, seppure ciascuna autoconclusiva, di questo concept album sull’elaborazione del lutto sentimentale.

Quasi tutte le canzoni sono state composte sulla chitarra, poi le originarie versioni semi acustiche si sono arricchite di atmosfere rock ed elettriche. La vocalità si colloca nel solco della tradizione cantautoriale italiana (Fossati Battiato sono i riferimenti principali), ma il sound e l’arrangiamento trovano ispirazione nelle sonorità di artisti internazionali come Pink FloydThe CureRadioheadArcade Fire.

Emanuele Coggiola ha composto, arrangiato e prodotto tutte le tracce (con l’eccezione di In Silenzio e Intimo Esilio, arrangiate dal bassista e amico Iacopo Fallani) e suonato la quasi totalità degli strumenti (escluso il basso). Altri musicisti hanno preso parte alle registrazioni con interventi su singole canzoni, tra i quali Gian Filippo BoniGiacomo Guatteri e Alessandro Cresci (Luciferme), David Iozzi (di cui Emanuele ha prodotto il primo lavoro discografico), Gianni SalamoneFrancesca TorreMark Di FlorioIacopo FallaniAndrea Beninati Renato Valente. Determinante il contributo di Margherita Zavelle come seconda magica voce solista di Imprudenti Bisogni.

Struttura del disco

L’album è diviso in due parti: la prima (canzoni 1-7) rappresenta la condizione psicologica del protagonista, il momento della separazione, la caduta in depressione, la rabbia, l’odio, la disperazione, l’auto isolamento, il rifiuto. La seconda (canzoni 8-14) parte con le prime reattività e spiragli di luce, passa attraverso brevi ed estemporanee avventure – idealizzate, di sesso, di passaggio – fino ad arrivare ad una nuova serenità, di riappropriazione del divertimento e di sé, una sorta di catarsi e riapertura alla vita e agli altri – “libero il cuore di mostrarsi ancora”.