LE PRIME REGISTRAZIONI INEDITE

DI PACO DE LUCÍA CON SUO

FRATELLO PEPE SARANNO

PUBBLICATE IN UN ALBUM

NELL’ANNO DEL 10° ANNIVERSARIO

DELLA MORTE DEL LEGGENDARIO CHITARRISTA

“Bulería Niño Ricardo” e
“Me falta la Resistencia” sono le due anteprime
da “Pepito y Paquito”, l’album che contiene
le prime registrazioni sonore di due figure
fondamentali del flamenco contemporaneo,
risalenti a quando gli artisti avevano
rispettivamente 13 e 11 anni

“Pepito y Paquito” sarà pubblicato a maggio da BMG
con la Fondazione Paco de Lucía e conterrà
21 brani inediti risalenti a prima
dell’uscita del loro debutto ufficiale
“Los Chiquitos de Algeciras” del 1961

Questa scoperta di grande valore artistico e
storico è stata appena annunciata al
Paco De Lucía Legacy Festival, che si è svolto
a New York dal 20 al 24 febbraio

Ascolta “Bulería Niño Ricardo” e
“Me Falta La Resistencia” QUI

Preordina “Pepito y Paquito” QUI 

Prima di essere conosciuti come Paco de Lucía e Pepe de Lucía, erano Pepito y Paquito. Due prodigi del canto e della chitarra circondati dall’arte e dalla musica nella loro città nativa, Algeciras in Spagna. Fino a oggi solo in pochi conoscevano e potevano avere accesso alle prime registrazioni dei fratelli Sánchez Gómez, in arte De Lucia, effettuate tra il 1959 e il 1960 da Pepe e Paco, rispettivamente 13 e 11 anni.
Ora, BMG insieme alla Fondazione Paco de Lucía, recupera 21 brani inediti che scavano nel tempo per mostrarci la genesi di due tra i massimi esponenti del flamenco.

Le prime due anteprime da “Pepito y Paquito”, in uscita a maggio per BMG, sono “Bulería Niño Ricardo” e “Me Falta La Resistencia”, registrazioni che precedono il primo lavoro ufficiale firmato come duo “Los Chiquitos de Algeciras” del 1961. Registrate in modo rudimentale con un registratore Grunding dell’epoca, rappresentano due documenti sonori dal valore storico inestimabile.

L’uscita di entrambi i brani coincide con il decimo anniversario della morte del chitarrista considerato come l’esponente universale del flamenco. Il preordine dell’album che raccoglie il contenuto di queste bobine fino a oggi inedite, è adesso disponibile:
https://pepeypaco.lnk.to/album

       

PRECOCI LAMPI DI GRANDEZZA

“Bulería Niño Ricardo” ci offre, con l’assolo di chitarra di Paco de Lucía, la prova di quanto la tecnica del giovane artista fosse sopraffina e raffinata, dimostrando tutto il genio e il talento che già possedeva. Un brano che non nasconde l’omaggio a Niño Ricardo, uno dei grandi precursori del flamenco contemporaneo. L’influenza del riferimento musicale negli esordi di Paco è evidente, ma si intravede anche il germe di una diversa personalità artistica in piena formazione ed evoluzione. Manifesto dell’allievo che anni dopo supererà il maestro.

La voce di Pepe de Lucía dimostra tutto il suo carisma in “Me Falta La Resistencia”, adattamento di un famoso tango di La Repompa de Málaga. Un cante jondo profondo e appassionato che si cristallizza nel dialogo naturale tra la capacità vocale di Pepe e l’abilità tecnica del fratello minore. La rilevanza che entrambi assumono nello sviluppo del flamenco, attraverso queste registrazioni inedite, costituisce il preludio alla loro storica partecipazione al Primo Concorso Internazionale di Arte Flamenca di Jerez de la Frontera.

10 ANNI SENZA IL PIÙ GRANDE GENIO DELLA CHITARRA SPAGNOLA

Il 25 febbraio ricorre un decennio dalla morte di Paco de Lucía, avvenuta nella città messicana di Playa del Carmen. Il suo cuore si è fermato a 66 anni nella quiete di quel paradiso e da allora la chitarra flamenca sente la sua mancanza e lo ricorda, perché nessuno come lui è riuscito a dialogare con lei. Tuttavia, l’anima intrepida e creativa di un musicista rivoluzionario continua a battere attraverso la sua opera senza tempo che è penetrata nel midollo della cultura popolare ed è apprezzata e studiata dagli esperti del settore. Raggiungere l’unanimità nell’eccellenza è alla portata solo degli eletti. Il figlio minore di Antonio Sánchez Pecino era uno di questi.

Paco de Lucía non ha esitato a fondere il flamenco con altri stili, dal jazz alla musica classica, senza perdere un’innegabile profondità rispettando la tradizione che conosceva a fondo. A tutto questo si è aggiunta la padronanza tecnica che ha permesso di cambiare quello stile di suonare e, soprattutto, un’ispirazione che ha svelato emozioni che trascendono il colore della pelle e le varie culture. Una visione unica e la capacità di trasformare forme e narrazioni di un genere universale che, attraverso note e accordi suonati con eleganza e stile, ha segnato la diffusione del flamenco a ogni latitudine e territorio sonoro.

 

 

 

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